MENU
HIV virus

Credit: C. Goldsmith

Dal paziente di Berlino a quello di Pechino. In Cina il primo trapianto di staminali modificate con editing genomico contro l’HIV.

Si tratta di un singolo paziente e non è neppure guarito. Ma in 19 mesi di osservazione non ha riportato effetti collaterali e vale la pena sottolineare che nessuno è mai stato seguito tanto a lungo dopo aver ricevuto un trattamento a base di CRISPR. Basta questo a fare di un giovane uomo cinese, sieropositivo e al tempo stesso colpito da leucemia linfoblastica acuta, un caso scientifico così interessante da approdare sul New England Journal of Medicine. Il paziente di Pechino non è stato così fortunato come il celebre paziente di Berlino, perché resta sieropositivo anche dopo l’infusione di staminali ematopoietiche manipolate con la tecnica di editing genomico per sbarrare la strada al virus dell’AIDS. Attraverso i dati pubblicati dal gruppo guidato da Hongkui Deng sembra comunque che la ricerca stia procedendo nella direzione giusta.

Il protagonista di questa storia è un ventisettenne che ha saputo di aver contratto l’HIV nel maggio del 2016 e, due settimane dopo, ha scoperto di avere anche una leucemia. I suoi medici gli hanno prescritto un trattamento farmacologico standard per il virus e lo hanno sottoposto a diversi cicli di chemioterapia per la neoplasia a carico dei linfociti T. A Deng e colleghi, però, non potevano sfuggire le somiglianze tra questo caso e quello di Tim Brown, il primo uomo che ha “sconfitto” contemporaneamente HIV e leucemia grazie a un trapianto molto speciale. La buona sorte ha bussato alla sua porta a Berlino 13 anni fa, nei panni di un donatore istocompatibile e geneticamente immune al ceppo più comune del virus. L’exploit della doppia remissione, dal cancro e dall’HIV, è riuscito una seconda volta quest’anno, nel cosiddetto paziente di Londra. Deng, però, ha deciso di cimentarsi con la sfida eliminando il passaggio più limitante: la ricerca di un donatore capace di fornire cellule che non vengano rigettate e siano anche protette dall’HIV grazie a una rara mutazione naturale detta delta-32 che non permette al recettore CCR5 di essere espresso sulla superficie cellulare. Se trapiantare le cellule con la mutazione naturale funziona, dovrebbero funzionare anche le cellule in cui la stessa mutazione viene introdotta artificialmente, è stato il ragionamento del biologo, che dopo essersi perfezionato all’Università della California è tornato in patria all’università di Bejing.

Se l’approccio avesse successo, potrebbero giovarsene un numero di pazienti maggiore rispetto al protocollo originale usato a Berlino. Insomma si tratta di “un passo avanti nello sfruttamento dell’editing del gene CCR5 per la terapia sperimentale di pazienti HIV positivi con l’esigenza di un trapianto di cellule staminali per curare una neoplasia”, sintetizza Guido Poli, dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e capo dell’Unità di immunopatogenesi dell’AIDS. “Non si sono ancora spenti i riflettori sul caso dell’altro ricercatore cinese che, in solitudine e nel mancato rispetto di qualsiasi deontologia, ha applicato la potente tecnologia CRISPR su due gemelline, che il tema generale viene riproposto su ben altre basi etiche e scientifiche da uno studio sempre cinese pubblicato su una rivista prestigiosa”, commenta lo specialista di HIV/AIDS. Il gene editato nei due esperimenti è lo stesso ma le differenze sono enormi: mentre l’editing germinale, eseguito su embrioni sani, è indubbiamente un azzardo, nell’esperimento descritto sul New England Journal of Medicine l’editing somatico appare una via ragionevole, perché interviene solo su una specifica popolazione di cellule e lo fa in un paziente malato, che avrebbe avuto bisogno di un trapianto comunque.

Com’è andata, dunque, la sperimentazione sul paziente di Pechino? La buona notizia è che, 19 mesi dopo, il procedimento appare sicuro: nessuna reazione immunitaria contro la componente batterica del sistema CRISPR, nessuna proliferazione tumorale indotta dall’editing, nessun taglio fuori bersaglio identificato con il sequenziamento dell’intero genoma con tecnologie avanzatissime. Purtroppo però le cellule editate non erano in numero sufficiente da conferire resistenza alla replicazione virale e infatti il virus è prontamente “rimbalzato” quando è stata tentata una sospensione temporanea e programmata della terapia. Dunque il paziente, seppure guarito dalla leucemia, dovrà continuare ad assumere i farmaci antiretrovirali. Ecco qualche numero. Solo il 17.8% delle cellule donate è risultato editato (e dunque privo di recettori CCR5), per cui i ricercatori hanno dovuto trapiantarle insieme a cellule prive della mutazione delta-32. Il risultato è che, un anno e mezzo dopo, solo il 5-8% delle cellule del midollo osseo del paziente aveva le caratteristiche desiderate. “Ma l’intervento si è rivelato stabile, con una percentuale di cellule negative per l’espressione di CCR5 sostanzialmente costante”, sottolinea Poli. Quello che potrebbe sembrare un fallimento, insomma, secondo gli specialisti potrebbe essere l’anticamera del successo.

Carl June, che lavora su filoni di ricerca simili all’Università della Pennsylvania, ha firmato l’editoriale di accompagnamento al lavoro, notando che questa “prova di principio apre la porta alla ricerca per il trattamento di altre patologie del sangue”. Lo stesso June punta anche il dito sul vantaggio di cui godono i ricercatori cinesi: il gruppo di Deng in soli due anni è potuto passare dalla ricerca preclinica al primo esperimento sull’uomo, mentre negli Stati Uniti il tempo richiesto è come minimo di 5 anni. La morale della favola l’ha sintetizzata bene il pioniere dell’editing genomico Fyodor Urnov: “Hanno lanciato una missione sulla Luna e hanno fallito l’allunaggio, ma sono tornati a casa in sicurezza e hanno mostrato al mondo come riuscirci”. La caccia all’elusiva cura per sconfiggere definitivamente l’HIV continua, seguendo questa e altre piste, con l’aiuto di CRISPR.

Con il contributo incondizionato di

Website by Digitest.net



Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento Maggiori informazioni