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La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione per fidanacogene elaparvovec, terapia genica one shot per adulti affetti dalla malattia emorragica ereditaria

Una nuova terapia avanzata, la ventesima per l’esattezza, è stata autorizzata in Europa. Fidanacogene elaparvovec (nome commerciale Durveqtix) - terapia genica prodotta da Pfizer - ha ottenuto, giovedì scorso, l’autorizzazione condizionata all'immissione in commercio da parte della Commissione europea per il trattamento dell'emofilia B grave e moderatamente grave (o carenza congenita di fattore IX) in pazienti adulti senza una storia di inibitori del Fattore IX (FIX) e senza anticorpi rilevabili verso la variante AAV sierotipo Rh74. Grazie a un’unica infusione di fidanacogene elaparvovec, le persone affette da emofilia B possono produrre autonomamente FIX ed evitare così le costanti somministrazioni, come prevede l’attuale approccio terapeutico.

L’emofilia B è una rara e grave malattia emorragica genetica causata da una carenza del Fattore IX della coagulazione. La patologia comporta dei problemi nella coagulazione del sangue, che porta i pazienti a sanguinare più a lungo e più frequentemente rispetto al resto della popolazione. Nonostante la profilassi, si possono presentare episodi di sanguinamento spontaneo, con possibili conseguenze pericolose per l’organismo.

Come scritto nel comunicato stampa rilasciato dall’azienda, una somministrazione one-shot di fidanacogene elaparvovec ha ridotto i sanguinamenti post-trattamento rispetto allo standard di cura, con un tasso mediano di sanguinamenti annualizzati (ABR) pari a zero (range da 0 a 9,9) dopo un follow-up fino a quattro anni, fornendo una protezione duratura dai sanguinamenti e potenzialmente evitando anni di trattamento con la profilassi per molti pazienti. Per i pazienti è un risultato fondamentale per riuscire a migliorare la qualità della vita: il percorso terapeutico attuale prevede, infatti, infusioni di FIX settimanali o bisettimanali, con un elevato impatto sulla quotidianità. Inoltre, ridurre o – preferibilmente – eliminare le emorragie è ovviamente auspicabile e la terapia genica ha dimostrato buoni risultati in tal senso.

L'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio si basa sui risultati dello studio di Fase III BENEGENE-2, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza del farmaco in 45 partecipanti adulti di sesso maschile (di età tra i 18 e i 62 anni) con emofilia B da moderatamente grave a grave, cioè con attività di FIX pari o inferiore al 2%. BENEGENE-2 ha raggiunto l'endpoint primario di efficacia e ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa del tasso di sanguinamento annualizzato per i sanguinamenti totali (trattati e non trattati) dopo l'infusione di fidanacogene elaparvovec rispetto al regime di profilassi con FIX, somministrato come parte delle cure abituali. L'efficacia è rimasta stabile anche tra il secondo e il quarto anno dopo il trattamento. La terapia genica è stata generalmente ben tollerata, con un profilo di sicurezza coerente con i risultati del trial di Fase I/II. I partecipanti alla sperimentazione clinica saranno seguiti per un totale di 15 anni, di cui sei anni nello studio BENEGENE-2 e fino ad altri nove anni nell'ambito di uno studio a lungo termine.

Fidanacogene elaparvovec aveva ottenuto il parere positivo dell’European Medicines Agency lo scorso maggio, confermato appunto dalla decisione finale della Commissione europea, ed era stata approvata ad aprile negli Stati Uniti (con il nome commerciale di Beqvez) e in Canada. Si tratta della seconda terapia genica per l’emofilia B a raggiungere la meta dell’Autorizzazione In Commercio nel Nuovo e Vecchio Continente: infatti, etranacogene dezaparvovec (nome commerciale Hemgenix), prodotta da  CSL Behring, è stata autorizzata nel 2022 oltreoceano e nel 2023 in Europa.

Rimanendo nel panorama dell’emofilia, va ricordato che dal 2022 in Europa e da quest’anno in Italia (ne abbiamo parlato qui e qui) è disponibile anche la terapia genica valoctocogene roxaparvovec (nome commerciale Rocatvian) prodotta da BioMarin per emofilia A. Se si mettono insieme le terapie geniche approvate per le emofilie, la beta-talassemia e l’anemia falciforme con le terapie a base di cellule CAR-T per i tumori del sangue è chiaro quanto stia diventando imponente l’arsenale delle terapie avanzate (10 su 20) per combattere le malattie ematologiche. 

Scarica la tabella che riassume lo stato delle approvazioni delle terapie avanzate in Europa e in Italia:

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